Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:39 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. INTRO (TOTAL METAL)
  2. INKUBUS
  3. SMRóD PALONYCH DUSZ
  4. ODURZONY ŚMIERCIĄ
  5. SEX Z DIABŁEM
  6. CóRY KORYNTU
  7. PSALM I - INTRONIZACJA SZATANA
  8. SEXORCYZM

Line up

  • Jacek "Truposz" Wojno: vocals
  • Lord Violator: vocals, drums
  • Igor "Maniak" Faliński: guitars
  • Michał "Sabat" Sabatowski: bass

Voto medio utenti

Nati nel 2019, i SexMag riescono nel 2025 a rappresentare tutto ciò che è quel suono underground, da cantina, da marciume vero e proprio. Certo, questo è un discorso che se applicato per poter fare grandi numeri e spiccare nei dati di vendita non quadra, ma dubito che già vedendo la copertina del debut album 'Sexorcyzm' e il monicker della band, questo sia uno dei loro obiettivi primari. D'altronde i gruppi verso i quali il gruppo polacco prende ispirazione sono subito riconoscibili, si passa dagli Artillery ai Possessed, passando anche per la velocità e la furia primordiale dei Kreator e Dark Angel di inizio carriera. Non che i Sexmag siano propriamente partiti da zero, dato che in questi sei anni che li ha separati dalla pubblicazione del loro primo full length, l'attività musicale è stata comunque intensa, tra vari demo, EP, e perfino un live album, tutta esperienza che gli ha fatto guadagnare già da un paio di anni un contratto su Dying Victims.

Su 'Sexorcyzm' troviamo pertanto un vero e proprio bagaglio di thrash/speed metal anni 80' - cantato rigorosamente in madrelingua - che fa come poteva essere prevedibile, della velocità e della collera musicale il punto forte. Si passa dalle rasoiate di 'Smród palonych dusz' e 'Córy Koryntu', quest'ultima dopo una breve intro dove Igor "Maniak" Faliński riesce a creare una breve intro chitarristica che sembra aprire le porte all'orrore. 'Inkubus' con il suo ritornello cantato con la gola squarciata da Jacek "Truposz" Wojno, una vera e propria caduta negli abissi, fa la sua figura, mentre con la Titletrack la band torna a pestare, sempre accompagnata da brevi ma incisivi assoli che sembrano mettere in musica le urla lancinanti e il dolore di persone che chissà... avranno fatto la fine del prete in copertina?

Alla fin fine ci si trova davanti a un ottimo disco, che non eccelle per via della poca originalità riscontrabile in questo genere ben preciso, ma che riesce comunque a lasciare quei quaranta minuti circa di divertimento e di coinvolgimento. Certo non è poco, e non è mai scontato.

Recensione a cura di Francesco Metelli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.