Il ritorno del traghettatore infernale ci restituisce un nuovo sigillo che puzza di caligine ma soprattutto di rock venato di goth, doom metal e tanta oscurità.
Perchè l’oscurità lasciva, minacciosa e sensuale esibita dal gruppo guidato da
Dorian Bones è una stella luminosa, perché il doom qui si abbevera a più fonti ma restando l’ossatura di un lavoro più corposo.
Basta ascoltare il secondo pezzo “
Aiwass calling”, una sorta di ballad dark; chitarre dalle melodie melanconiche e la voce del frontman evocativa e profonda.
Ho notato qualcosa dei
Mercyful Fate più sulfurei e pesanti nella terza traccia, saranno forse stati i cori, mentre “
Antikristos” è goth/doom con un piglio dark rock, basta sentire il chorus ed i cori a dare enfasi al tutto.
Altro brano azzeccatissimo è la conclusiva “
Interstellar snake of gold”, qui il sentore di un suono oscuro, metallico in superficie ma molto più retrò nella sostanza è perfetto, sentite le chitarre ed il vocione del bravissimo
Bones ed i cori per rendervi conto dove si va a parare.
Ennesimo centro per la formazione nostrana, perché qui l’arrosto è tanto, mentre il fumo è solo un sostanzioso ingrediente; l’occultismo si veste del manto notturno per far invidia al giorno.
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